Costruire Giustizia attraverso l’informazione corretta. Una ricerca tra gli studenti di Acireale

di Maria Pia Fontana

 

La capacità dell’essere umano di informare i suoi simili sugli accadimenti del mondo è vecchia tanto quanto quella di mentire e di disinformare. Le fake news, che portano con sé il rischio di influenzare la costruzione del senso morale, gli atteggiamenti emotivi e le opzioni di condotta di fruitori ed utilizzatori poco accorti, certamente non sono un’invenzione della modernità. Tuttavia, ciò che la comunicazione mediata dalle tecnologie, in particolare dai social network, ha sicuramente aumentato, è la possibilità di imbattersi in notizie scorrette o deliberatamente manipolate, vista l’opportunità, accordata ad un’enorme platea di fruitori, di essere non solo consumatori, ma anche produttori attivi di notizie in grado di raggiungere immense platee di contatti, pur nella totale assenza di competenze o di saperi specifici sull’oggetto dell’informazione veicolata. In questo scenario, aggravato dalla nota crisi economica, occupazionale e culturale, è concreto il pericolo che la disinformazione acuisca forme di intolleranza e di aggressività nei confronti di alcune categorie sociali. Anche recenti vicende di cronaca mostrano come le piattaforme digitali siano spesso attraversate da tensioni emotive, come rabbia, invidia ed odio sociale, alimentate dalla sensazione di impunità e di anonimato che caratterizza l’interazione on line e dall’attenuazione dei vincoli etici e delle norme di condotta proprie dell’interazione face to face. Inoltre, l’assenza dei feedback sociali della comunicazione diretta (es. tono della voce, espressione del viso, rossore connesso ad imbarazzo, ecc.) spesso acuisce reazioni aggressive violente contro l’altro, in un’escalation di virulenza che può diventare molto dannosa anche per i noti effetti di propagazione e di contagio dell’odio tipici degli ambienti digitali.
Considerati tali aspetti, l’Ufficio per la Pastorale sociale della Diocesi di Acireale, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, associazioni come “Libera”, “Libera cittadinanza” e singoli cittadini impegnati a titolo di volontariato, ha promosso un articolato percorso educativo rivolto alle scuole del territorio che ha previsto anche la realizzazione di una ricerca sociale finalizzata ad interpellare i ragazzi sulle loro modalità di informazione, sulle capacità di identificare le fake news e sulle strategie adottate di fronte all’hate speech.
Il campione di studenti, al quale è stato sottoposto in forma rigorosamente anonima un questionario appositamente approntato, è stato composto da circa 200 ragazzi, provenienti dalle classi II e IV di tre istituti scolastici e precisamente l’Istituto industriale “Galileo Ferraris”, scelto come capofila, il liceo Classico “Gulli e Pennisi” e l’Istituto professionale “Majorana Meucci” di Acireale. Gli studenti partecipanti, distinti in due gruppi, denominati “adolescenti junior” e “senior” in base all’età, sono stati informati sui risultati della rilevazione nel corso di un incontro di restituzione, che è servito anche come opportunità formativa e che ha potuto godere della preziosa testimonianza di qualche componente della redazione del giornale on line “I siciliani giovani”, noto per il suo impegno sociale a favore della legalità. I risultati della ricerca hanno fatto emergere tra gli studenti qualche significativa differenza di atteggiamento e di condotta in base all’età. lavoro-on-line
Singolare, ad esempio, come i ragazzi più piccoli mantengano la percezione del valore dell’ascolto come componente essenziale di ogni processo comunicativo in misura maggiore rispetto agli studenti più grandi. Infatti, alla domanda “cosa vuol dire per te comunicare correttamente?”, sceglie l’opzione “saper ascoltare, utilizzare un linguaggio comprensibile e corretto e comprendere ciò che gli altri vogliono dire” il 62% degli adolescenti “junior” contro il 48% dei “senior”. Rispetto alla veridicità dei dati personali inseriti nei profili social, si riscontra la tendenza ad immettere informazioni più veritiere al crescere dell’età, in quanto spesso i dati falsi (es. rispetto all’età anagrafica o al nome) sono connessi al desiderio di superare le barriere di accesso previste da alcuni social network ai fini della registrazione. Complessivamente il gruppo di coloro che si presenta in modo autentico corrisponde al 47% dei “piccoli” contro il 53% degli studenti più grandi.
Importante il dato emerso dalla rilevazione rispetto agli strumenti scelti per informarsi su ciò che succede nel mondo, in quanto se quasi la metà degli adolescenti Junior (il 49%) si tiene al corrente principalmente tramite i social network, i compagni più grandi che attingono in via privilegiata a questo canale di informazione scendono al 38%. Si riscontra, quindi, la tendenza a diversificare i canali informativi al crescere dell’età, ampliando l’uso di strumenti di comunicazione (ricorrendo ad esempio alla televisione, con conseguente visione di telegiornali e di programmi televisivi di qualità, ma anche ai giornali cartacei oppure on line). Una certa differenza si registra anche nella percezione dell’importanza della verifica delle fonti, in quanto il 36% degli adolescenti senior dichiara di verificarle sempre a fronte di un 27% dei compagni di età inferiore. Di fatto, le strategie di verifica dell’attendibilità dell’informazione più accurate e complete (come il confronto incrociato tra fonti diverse, la valutazione del grado di autorevolezza dell’autore della notizia, la considerazione della data di pubblicazione e della sua finalità) vengono messe in gioco dal 33% dei ragazzi più grandi a fronte del 25% dei più piccoli. 066a0834-a02d-405d-ad1f-7ed2d9441767Tuttavia, la capacità di identificare correttamente una fake news riguarda solamente il 23% degli adolescenti junior e solo il 27% dei senior. Ne deriva che circa il 75% del campione complessivo corre il rischio di lasciarsi abbindolare da una bufala. In particolare, la ricerca mostra come esista nel complesso tra gli studenti una maggiore abilità a riconoscere le notizie false quando esse si presentano in modo evidente come improbabili, mentre quando la costruzione di una notizia scorretta appare più sofisticata, perché mischia insieme aspetti di veridicità con aspetti di falsità, l’identificazione della fake news, è più difficile e di fatto non riesce. Preoccupanti risultano i dati per cui, solo il 10% del totale degli studenti prende apertamente posizione contro una notizia falsa diffusa attraverso i social network, pur conoscendo il suo carattere erroneo e fuorviante, e solo il 9% ha il coraggio di dissentire pubblicamente di fronte ad un linguaggio offensivo e violento, bloccando la catena dell’odio e della virulenza on line. Tale bassa propensione a contestare pubblicamente la falsità o la violenza rimanendo sostanzialmente passivi si collega spesso alla paura di dare alla notizia maggiore risalto, ma anche al timore di attirarsi critiche ed insulti dagli altri componenti della rete. Addirittura esiste una quota complessiva di studenti, pari all’8% dell’intero campione per le informazioni false e al 15% per quelle offensive, razziste e/o denigratorie, che, nei casi in cui la notizia appaia divertente e susciti ilarità, “commenta ironicamente, condivide e mette un like”. Ciò dimostra come l’ironia, se svilita a sarcasmo, può diventare la via maestra per una noncurante e superficiale adesione a falsità e a contenuti violenti, il cui portato viene banalizzato e, quindi, normalizzato. Infine, relativamente al tema dell’esercizio della solidarietà attraverso i social, circa il 44% dell’intero campione di studenti percepisce l’utilità dei nuovi ambienti digitali come occasione per aggregare disponibilità da spendere soprattutto nei vari territori, sebbene più di un quarto del campione complessivo (26,5%) consideri la solidarietà come mera espressione di un gradimento e di un supporto on line, mostrando in ciò la difficoltà a passare dall’interazione mediata dalle tecnologie all’azione concreta che mira ad intervenire sui bisogni urgenti delle persone.

29186498_1674509379306833_908289496095653888_oNel complesso, la rilevazione si mostra utile nel favorire l’identificazione delle priorità educative che vanno in direzione di uno sviluppo di consapevolezze e di social skills sull’esercizio di una libertà responsabile e regolata e sull’abilità nel realizzare una rappresentazione e un racconto veritiero di sé, come premessa per interiorizzare il valore e la bellezza dell’autenticità, che chiaramente non coincide con l’ostentazione personale né con la rinuncia alla propria privacy. Parallelamente, occorre incrementare le capacità di selezionare e di verificare le fonti informative, di utilizzare un linguaggio corretto e rispettoso verso le diversità e di argomentare e difendere le proprie idee e valori anche negli ambienti social, stando attenti a non farsi trascinare dall’ilarità negativa che legittima la menzogna, l’offesa pesante e il razzismo. Infine, si rileva la necessità di investire risorse nello sviluppare le capacità di cooperazione e le forme di attivismo digitale, come anche nel favorire la notiziabilità del bene e delle iniziative solidaristiche, superando quella postura narcisistica e autoreferenziale tanto diffusa anche (e non solo) negli ambienti social.

 

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Scritto daMaria Pia Fontana

6 comments to “Costruire Giustizia attraverso l’informazione corretta. Una ricerca tra gli studenti di Acireale”
  1. Ho avuto modo di seguire “da vicino”,essendo rappresentante di una delle Associazioni che da sin dal primo anno hanno costruito il Progetto,il formarsi e lo svolgersi di tutti i passaggi che hanno portato a questi risultati: dalla rigorosa e molto variegata articolazione dei questionari,al”analisi delle risultanze esposte nella assemblea comune agli studenti e agli operatori e referenti scolastici,fino a questa più ariosa e di ampio contesto generazionale relazione socio-educativa molto utilmente condivisa .Credo che per l’alta validità pedagogica sia “didattica” che sociale,ognuno di noi possa ricavarne una visione più reale e realistica ,più ampia e più circostanziata delle problematiche giovanile al giorno d’oggi e molto validamente propedeutica alle risposte possibili e dovute all’esigenze di Verità e Giustizia nel processo dell’Informazione,scopo e fine del Progetto.Congratulazioni !

    • Grazie, spero che questa riflessione possa risultare utile nel predisporre le attività educative laboratoriali con gli studenti

  2. Come sempre precisa, chiara e puntuale. Complimenti dott.ssa Fontana, i risultati del sondaggio sono molto interessanti e sicuramente danno spunti per una seria riflessione. Li utilizzerò per proporli ai miei studenti e ciò costituirà fonte di sicuro arricchimento. Grazie per averli condivisi.

    • Ne sono lieta, credo molto nel valore della condivisione e della circolarità di esperienze e spero che ci possano essere numerose e proficue occasioni di collaborazione. Un caro saluto e buon lavoro.

  3. Ciao Maria Pia ho letto con interesse l’articolo e ritengo che oggi più che mai abbiamo bisogno di riflettere sull”uso delle parole in generale e di quelle che devono informare nello specifico. Grazie
    Carmela

    • E’ assolutamente vero Carmela, occorre ripartire dalle parole che forgiano i pensieri che, a loro volta, orientano verso le scelte e le azioni di ogni giorno. Un caro saluto

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